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The Weight of Freedom di Nello Petrucci racconta la resilienza dei diritti umani e la complessità della libertà
L’opera presentata nell’ambito di Dak’Art Off 2024, evento collaterale della Biennale di Dakart (Senegal)
Donne che portano pesi sulla testa e una donna che si è spogliata. Le prime sono donne “libere”, che però portano il peso delle aspettative sociali mentre, accanto a loro, c’è una donna che si spoglia del “peso” dei vestiti in segno di protesta contro la mancanza di libertà.
Due immagini emblematiche, due gesti apparentemente contraddittori, si rivelano invece due facce della stessa medaglia nell’opera The Weight of Freedom (“Il peso della libertà”, murale con tecnica half-tone) con cui l’artista di Pompei Nello Petrucci partecipa fino all’8 dicembre 2024, con una delegazione di artisti italiani, a Dak’Art Off 2024, evento collaterale della Biennale di Dakart (Senegal).
L’Italia è rappresentata con una mostra collettiva dal titolo “Art et Droit: le rytme de l’Humanité” sul rapporto tra diritto e arte, come mezzo di comunicazione ed espressione di precetti e buone pratiche, organizzata dalla Fondazione Donà Dalle Rose, in collaborazione con la Fondazione Léopold Sédar Senghor, che ospita la mostra.
Petrucci ancora una volta prende spunto dall’attualità per raccontare con il linguaggio dell’arte le contraddizioni del nostro tempo. In The Weight of Freedom, la figura solitaria della giovane donna che si spoglia degli abiti per protestare contro le imposizioni di un regime ha le sembianze della studentessa universitaria iraniana Ahoo Daryaei. La sua vicenda ha recentemente fatto il giro del mondo, dopo essere stata fermata per aver protestato all'università contro l'obbligo di indossare l’hijab.
Nell’opera è ritratta al culmine dell’atto di ribellione. Togliersi i vestiti non è solo un gesto di protesta, ma un modo per liberarsi simbolicamente del peso della sottomissione e delle norme che imprigionano. Qui la libertà viene cercata attraverso la vulnerabilità, mettendo a nudo la condizione umana e gridando il proprio dissenso con un atto estremo. La nudità, benché parziale, lontana dall’essere esibizionismo, diventa una forma di disarmo e sfida, un modo per affermare che la dignità e i diritti non possono essere coperti o soffocati.
Nell’altro lato di The Weight of Freedom, le donne di colore che avanzano portando pesi sulla testa (grandi giare forse contenenti acqua) impersonano la resistenza quotidiana, la capacità di sostenere il peso delle aspettative sociali, dei ruoli imposti e delle oppressioni invisibili. Esse rappresentano un gruppo unito, una comunità che condivide la stessa condizione e che trova forza nel collettivo. Questo gesto di avanzare, pur gravato da un fardello, simboleggia la perseveranza e la determinazione di chi lotta senza abbandonare il proprio cammino, pur in silenzio.
La combinazione di questi due elementi crea un dialogo potente e significativo: le donne che portano pesi sono simbolo di sopravvivenza e forza collettiva, mentre la donna che si spoglia è il simbolo dell’atto individuale di rottura, la rivendicazione di una libertà più autentica e personale. Petrucci riesce così a rappresentare la dualità della lotta per la libertà: un percorso che richiede sia il sostegno della comunità sia il coraggio individuale di sfidare apertamente l’oppressione. L’opera non solo celebra la resilienza femminile, ma stimola una riflessione su come la libertà sia un concetto complesso, conquistato giorno dopo giorno attraverso azioni condivise e atti di ribellione personale.
«Il potere dell’arte – ha spiegato Petrucci – sta proprio qui, nella capacità di mettere in discussione il presente e di stimolare una riflessione profonda su temi come la dignità umana e la libertà. Dobbiamo ringraziare le persone che mettono a repentaglio la loro vita per protestare. È doveroso da parte nostra dimostrare loro la nostra riconoscenza».
Petrucci ha già affrontato tematiche simili in passato. L’anno scorso, con l’opera Velo, aveva ricordato Mahsa Amini, la giovane iraniana divenuta simbolo di protesta contro le restrizioni imposte alle donne. The Weight Of Freedom prosegue questa riflessione, inserendosi in un contesto più ampio di denuncia e solidarietà internazionale.
Dal 30 ottobre 2024, presso Spazio5 a Roma, si terrà la mostra fotografica collettiva "A noi gli occhi, Please!" dedicata a Gigi Proietti. L'esposizione, organizzata da Identità Fotografiche, celebra l'indimenticabile attore attraverso oltre 80 scatti di 40 fotografi italiani, raccontando la sua carriera e il suo spirito inimitabile. Un viaggio visivo che restituisce tutta l'intensità e la forza espressiva di Proietti, mettendo in luce anche l'importanza del fotoreporter come narratore della storia del teatro, del cinema e della nostra quotidianità, riflettendo sulla cultura e le emozioni che definiscono la nostra epoca.
Inaugurazione 30 ottobre alle ore 19:00
Da mercoledì 30 ottobre 2024, presso Spazio5 a Roma, prenderà vita la mostra fotografica collettiva "A noi gli occhi, please!" dedicata al grande Gigi Proietti, indimenticabile maestro del teatro, del cinema e della televisione italiana.
Organizzata dall'associazione Identità Fotografiche e curata da Maurizio Riccardi e Giovanni Currado, in collaborazione con Marco Ravagli e Marco Geppetti, l'esposizione ripercorre le tappe salienti della straordinaria carriera dell'attore romano, dagli esordi agli ultimi progetti, immortalando la sua energia, versatilità e il suo inconfondibile spirito.
Dopo il successo della mostra dedicata a Marcello Mastroianni, questo omaggio a Proietti si presenta come un emozionante viaggio visivo attraverso una selezione di immagini iconiche e inedite, realizzate da importanti fotografi italiani. Questi professionisti hanno saputo catturare e trasmettere l'essenza artistica e umana di Gigi Proietti, restituendo al pubblico tutto il suo carisma e la sua profondità.
L’esposizione non è quindi solo un tributo al grande attore, ma anche un'occasione per valorizzare il ruolo fondamentale del fotoreporter. La fotografia emerge qui come un potente strumento di narrazione, in grado di documentare non solo la storia del cinema e del teatro, ma anche di catturare l'essenza fugace del mondo dello spettacolo. Ogni scatto è una testimonianza preziosa di momenti irripetibili, un frammento di vita e di emozione catturato attraverso l’obiettivo.
Identità Fotografiche, associazione culturale impegnata nella valorizzazione degli archivi fotografici e nella diffusione della cultura dell’immagine, riconosce l'importanza della fotografia non solo come mezzo per raccontare il presente, ma anche come strumento indispensabile per preservare la memoria storica.
La mostra si propone come un racconto per immagini, capace di restituire tutta l’intensità e la forza espressiva di Proietti, maestro nel passare con disinvoltura da ruoli comici a drammatici, conquistando intere generazioni di spettatori. I fotografi, testimoni privilegiati di un’epoca, hanno saputo immortalare attimi irripetibili, offrendo al pubblico la possibilità di rivivere la storia attraverso attraverso il loro sguardo attento e profondo.
Oltre 80 scatti, realizzati da 40 professionisti, raccontano il genio di Proietti: tra questi, Enrico Appetito, Gioia Botteghi, Remo Casilli, Tania e Alberto Cristofari, Giovanni Currado, Luciano Del Castillo, Luciano di Bacco, Sebastiano Di Bari, Carlotta Domenici Del Luca, Giacomo Gabrielli, Francesco Garufi, Angelo Genovese, Marcello e Marco Geppetti, Carlo Lannutti, Matteo Losito, Alfredo Marchegiani, Stefano Micozzi, Stefano Montesi, Camilla Morandi, Matteo Nardone, Claudio Onorati, Monica Palermo, Angelo Palma, Marino Paoloni, Claudio Peri, Maurizio Piccirilli, Leonardo Puccini, Marcellino Radogna, Piero e Marco Ravagli, Carlo e Maurizio Riccardi, Assunta Servello, Giancarlo Sirolesi, Stefano Carofei, Francesco Toiati, Filippo Valenti e Massimo Vergari.
La mostra, realizzata anche con il supporto di Lorenzo Imprescia, Simona Mattei, Carmelo Daniele, Alessandro Poggiani e Filippo Giannitrapani di Quinta Dimensione APS, offre al pubblico l'opportunità unica di riscoprire il talento di Gigi Proietti in tutte le sue sfumature: dall'irresistibile capacità di improvvisazione sul palco alla maestria con cui ha dato vita a personaggi indimenticabili sul grande e piccolo schermo. Accanto agli scatti più celebri provenienti dai set e dalle sue più importanti rappresentazioni teatrali, sarà possibile ammirare anche ritratti intimi che raccontano il lato più umano e privato di un artista capace di toccare il cuore di tutti.
L’inaugurazione della mostra avrà luogo mercoledì 30 ottobre 2024, alle ore 19:00 presso Spazio5, in via Crescenzio 99/d a Roma. Condotti dalla giornalista Rai Lorella di Biase, parteciperanno colleghi, amici, ammiratori e naturalmente fotografi, che condivideranno ricordi e aneddoti legati alla straordinaria figura di Gigi Proietti.
La serata, per fantastica coincidenza, sarà allietata con il vino offerto dall'Azienda Agricola Proietti di Olevano Romano
L’ingresso è libero e aperto a tutti, per rendere omaggio a uno dei più grandi artisti del nostro tempo e alla sua ineguagliabile carriera.
Per ulteriori informazioni, si prega di visitare il sito web ufficiale di Spazio5 all'indirizzo www.spazio5.com oppure contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
insieme a Lorenzo Ferraboschi, massimo esperto del settore,
e un laboratorio sulle onomatopee giapponesi
dedicato ai più piccoli
Un laboratorio sulle onomatopee giapponesi, dedicato ai bambini dai 6 ai 10 anni, e una speciale visita guidata con degustazione di sake ci aspettano questo fine settimana nelle sale di Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi, la mostra in corso fino al 3 novembre al Museo degli Innocenti di Firenze.
Sabato 12 ottobre, alle 17, i più piccoli saranno coinvolti in un incontro divertente e interattivo, intitolato Laboratorio sul folklore e sulle onomatopee giapponesi. Insieme a Giulia Colelli, dottoranda in Lingue, Letterature e Culture Moderne presso l’Università di Bologna, rifletteranno su un aspetto particolare del linguaggio, le onomatopee, che nel giapponese vengono usate per rappresentare in forma scritta non solo i suoni, ma anche i sentimenti e gli stati d’animo. Durante il laboratorio verranno letti dei racconti tratti dal libro Goro goro di Laura Imai Messina (Salani, 2021) che porteranno i giovanissimi partecipanti alla scoperta di fiabe, storie e creature del Giappone tradizionale: un appuntamento imperdibile per acquisire competenze metalinguistiche in modo stimolante, e scoprire così come lingue diverse descrivano il mondo in modo completamente diverso.
Domenica 13 ottobrealle 17.30Lorenzo Ferraboschi, massimo esperto di sake e co-fondatore di Sake Company, il primo negozio online dedicato a questa eccellenza giapponese, ci accompagnerà in una raffinata degustazione “itinerante” di sake, attraverso le sale della mostra. Nel corso del nostro viaggio tra le stampe del XVIII e XIX secolo e le altre meravigliose opere esposte, di cui la curatrice dell’esposizione Paola Scrolavezza ci racconterà le leggende più curiose, assaggeremo alcune delle migliori bottiglie di sake, appositamente selezionate per l’occasione, in un perfetto equilibrio tra arte e gusto. I posti sono limitati. Il biglietto per l’evento, che ha il costo di 47 euro, è acquistabile online al linkhttps://shop.vertigosyndrome.it/prodotto/visita-guidata-alla-mostra-con-degustazione-di-sake/.
Per partecipare all’evento di sabato 12 ottobre occorre prenotarsi scrivendo alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.. L’incontro è ad ingresso libero per i possessori del biglietto della mostra, valido per la giornata in corso. Il pubblico può anche partecipare soltanto all’evento collaterale, senza acquistare il biglietto dell’esposizione, ma soltanto uno dedicato all’evento, al costo di € 5,00.
Tutte le informazioni alla pagina degli eventi collaterali del sito www.mostrigiapponesi.it.
INFORMAZIONI
YŌKAI. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi
Firenze, Museo degli Innocenti (piazza Santissima Annunziata)
13 giugno – 3 novembre 2024
Orari
Da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Biglietti
Intero € 16,50 | Ridotto € 14,00 (fino a 18 anni non compiuti, over 65 con documento, accompagnatori di disabili) | Gruppi € 14,00 (min. 15 – max 25 persone + 1 accompagnatore gratuito) | Scuole € 5,00 (2 docenti gratuito)*
*per gruppi e scuole obbligo di prenotazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Giovedì Universitario (con tesserino) e possessori biglietto del Museo degli Innocenti e Museo Stibbert € 13,00
Bambini da 6 a 12 anni € 5,00
Gratuito per bambini sino a 6 anni| disabili con certificato | guide turistiche abilitate | giornalisti accreditati dall’ufficio stampa Davis & Co. | soci I.C.O.M.
Dopo tanti anni, trascorsi nel vivace Oltrarno fiorentino, alcuni anni fa Franca Pisani decise di trasferirsi e lavorare a Pietrasanta, in Versilia. Ed è qui, nel suggestivo Complesso monumentale di Sant’Agostino di Piazza del Duomo, che il prossimo 26 ottobre, alle ore 18, si inaugurerà Il balcone del cielo, mostra personale antologica con cui l’Artista intende festeggiare il proprio mezzo secolo d’attività artistica.
Inoltre l’esposizione - che sarà a ingresso libero e proseguirà fino al 9 febbraio 2025 – porrà in evidenza anche un altro aspetto della pluridecennale azione di Franca Pisani - la quale si definisce «un’antica ribelle che ha operato e sono tuttora attiva nelle dinamiche della lotta per la condizione della donna nella società» - rivelandosi una vera e propria celebrazione dell’universo femminile.
Curata da Alberto Dambruoso, la mostra nasce idealmente all’indomani di "Sette anni di arte concettuale a Firenze (1974-1981)", la conferenza che Franca Pisani ha tenuto nell’Auditorium degli Uffizi nel marzo del 2023, per illustrare le proprie radici artistiche che affondano nell’arte concettuale e nella poesia visiva che oltre mezzo secolo fa ebbero un grande impulso a Firenze, prima con esponenti come Ketty La Rocca ed Eugenio Miccini, e poi grazie allo Studio d’artista di Franca Pisani, vera fucina di idee e di rapporti con le realtà artistiche di tutta Europa.
Poi nel 2016 il trasferimento del proprio studio a Pietrasanta - «per vivere e lavorare il più vicino possibile all’arte» disse una volta l’Artista – e l’avvio di una nuova fase creativa, ricca di ricerche e sperimentazioni, che ha già dato frutti molto apprezzati.
Quindi l’occasione di «un’antologica sotto casa», come ha definito Franca Pisani la sua nuova mostra: «Ci siamo conosciuti personalmente in occasione di uno dei tanti eventi culturali che ospitiamo in città – ricorda il sindaco e assessore alla cultura di Pietrasanta, Alberto Stefano Giovannetti – e, parlando con Franca, ho scoperto che avrebbe presto festeggiato i suoi primi 50 anni di attività artistica e che mai, finora, aveva esposto a Pietrasanta. Quale migliore occasione, quindi, per allestire la sua prima mostra: Franca si è resa subito disponibile, abbiamo visionato insieme i suoi lavori e non vedo l’ora che anche il pubblico possa apprezzarli, raccolti in questa antologia frutto di un percorso artistico di grande pregio, passato dai più grandi poli espositivi nazionali e internazionali».
Protagonista di mostre in Italia (tre volte alla Biennale di Venezia) e all’estero (da Parigi a Monaco di Baviera, da Chicago a New York, da Madrid a Berlino), Franca Pisani ha scelto di confezionare la propria antologica a ritroso, partendo cioè dalle opere pittoriche frutto dei suoi ultimi stati d’animo, con il colore tornato finalmente a imporsi sul nero e dove si guarda al futuro con rinnovato ottimismo, per giungere alle testimonianze dei primi anni di attività artistica, il tutto lungo un percorso che dura da 50 anni e durante il quale Pisani ha sempre dimostrato una speciale sensibilità per il rispetto dei diritti delle donne. E come si conviene in certi casi, non mancheranno novità, opere già note, pezzi unici e la consueta varietà di supporti materici e tecniche espressive che da sempre caratterizzano l’arte di Franca Pisani.
Il Complesso di Sant’Agostino – realizzato tra il XV e il XVI secolo - sarà invaso dalle realizzazioni di Pisani: nella grande chiesa, nei chiostri e nei giardini adiacenti, sarà un susseguirsi di pitture, sculture, installazioni, opere di vario genere - compresi alcuni frammenti di Album Operozio e di Manumissio, rispettivamente i progetti di avvicinamento e di allontanamento dall’arte concettuale della seconda metà degli anni Settanta - provenienti alcune mostre tenute nello Studio d’Artista di Franca Pisani nell’Oltrarno fiorentino, uno dei cuori popolari del capoluogo toscano.
Il percorso espositivo
Dopo la conferenza agli Uffizi del marzo 2023, che ha "storicizzato" l’appartenenza di Franca Pisani al gruppo dei capiscuola della "poesia visiva" e della "arte concettuale", ha preso vita il progetto dei black che si ammirerà nella grande chiesa sconsacrata di Pietrasanta.
Si tratta di dieci teleri (he ricordano le grandi tele molto diffuse in Veneto nel XVI secolo) di dimensioni notevoli, dipinti su fondo nero caravaggesco. Le tracce segniche e lo spazio mentale dimostrano come la pittura di Franca Pisani sia tornata al colore: risplendono infatti i gialli dei girasoli di Van Gogh, come i campi della "sua" Maremma, i rossi vermiglio del tramonto, gli azzurri cobalto, i verdi turchese del mare d’estate.
E poi ci sono le figure femminili, che appartengono alla storia artistica di Franca Pisani e che sui teleri si presentano con un nuovo appeal: «Le donne rappresentate da Franca Pisani in questi grandi teleri – dice Alberto Dambruoso, curatore della mostra - sono le eroine silenziose di tutti i giorni. Sono le nostre madri che ci hanno cresciuto, quelle che hanno rinunciato alla carriera per amore dei figli e dei propri compagni, quelle che hanno combattuto per i propri sacrosanti diritti all’interno di una società che tuttavia non le considera ancora pari all’uomo».
Per esaltare l’architettura ad una sola navata della Chiesa, il cui pavimento è disposto su vari livelli che si adeguano alla pendenza del terreno, saranno realizzati dieci parallelepipedi in legno che accoglieranno le grandi tele che misurano 300 x 300 centimetri per formare una sorta di percorso. I visitatori saranno infatti accompagnati fino alla sala del coro, nel retro del Pulpito, dove la scultura in marmo statuario dell’Altissimo, denominata Archeosegno (esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia del 2017) risulta il prezioso messaggio segnico tridimensionale della mostra, dal peso di circa 30 kg, che misura 120x40 centimetri e fu realizzato nei laboratori della Henraux di Querceta "scavando" un iniziale blocco lapideo di circa mezza tonnellata.
Nella vicina Sala del Capitolo troverà spazio un’altra sezione della mostra, sospesa fra arte e scienza, con lo scopo di rendere partecipe la comunità dell’importanza e della bellezza della flora marina. Le opere ritraggono dei veri e propri acquari dove le alghe sono benefiche produttrici di ossigeno, utili per gli esseri marini e terrestri, che vengono utilizzate nell’industria come valide sostitute delle plastiche, oltre ad essere degli eccezionali filtri marini. L’Artista ha selezionato decine di tipi di alghe da tutto il mondo, studiandone le proprietà e l’azione. Le opere saranno 12 delle dimensioni di 150 x 100 centimetri, cui si somma una scultura composta da sabbie e polimeri che misura 50 x 50 x 250 centimetri, del peso di 80 kg, per ricordare l’erosione delle dune.
Quindi nella Sala dei Putti saranno esposte le opere essenziali del percorso artistico storico. La mostra propone infatti momenti unici e preziosi come gli Attraversamenti, dedicati alla sua rivoluzione ideologica oltre che formale. E poi le passate esperienze di poesia visiva e arte concettuale, l’amicizia e collaborazione con Eugenio Miccini e Ketty la Rocca, recentemente riscoperta dopo un lungo disinteresse, che lavorava sulla condizione femminile, tra i pochi esempi di arte femminista italiana.
È in questa sala che Franca Pisani espone Album Operozio, del 1976, pubblicazione manuale indipendente (le cui 50 copie furono realizzate in carta pergamena) che è nella collezione della Biblioteca Hertziana di Monaco, della Yale University del Connecticut. Nel gennaio 1977 il direttore del Centre Pompidou di Parigi, Pontus Holten, la invitò all’inaugurazione del Museo e con Album Operozio si ebbe un esempio di creatività artistica libera e incondizionata. Fu inoltre acquisito dal Museo National Centro Arte Reina Sofia di Madrid, dall’Università La Sapienza di Roma. Sempre nel Chiostro Pisani si potrà ammirare Manumissio, pubblicazione del 1977 curata da Enrico Crispolti, manifesto illuminato che si allontana dall’arte concettuale a vantaggio di un ritorno al manufatto.
Completano la mostra alcune sculture e installazioni che stazioneranno negli spazi all’aperto del complesso di Sant’Agostino. Ci saranno due realizzazioni del 2008 (Il gioco e il mito e L’erosione delle sabbie) e una del 2009 (Anima primitiva in bronzo) che Pisani espose alla Biennale di Venezia dello stesso anno.
Dunque si tratta di opere che rappresentano un deciso passo in avanti nella sua indagine artistica, per giungere alla definizione di quel suo segno assoluto passato-presente, l’idea mediterranea di una natura che unisce pittura, scultura e installazione un progetto complesso che vede nelle potenzialità dello spazio della Sala dei Putti l’installazione di Tre nomadi, figure antropomorfe in polimeri, tela e ossidi a grandezza naturale - esposti nel Padiglione Italia diretto da Vittorio Sgarbi alla Biennale d’arte di Venezia del 2011 - che rappresentano l’anello di congiunzione di tutto, passaggi storici che hanno reso appassionante il percorso d’arte di Franca Pisani iniziato 50 anni fa.
INFO MOSTRA
Franca Pisani
IL BALCONE DEL CIELO
a cura di Alberto Dambruoso
26.10.2024 – 09.02.2025
Inaugurazione SA 26.10.2024 ore 18
Complesso monumentale di Sant’Agostino
Piazza Duomo, Pietrasanta (LU)
Ingresso libero
Orari: martedì-venerdì: ore 16-19; sabato e domenica: ore 10-13 e 16-19; lunedì chiuso
tra yōkai, psicologia e un workshop di lingua giapponese
Questo fine settimana nelle sale di Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi, la mostra in corso al Museo degli Innocenti di Firenze fino al 3 novembre 2024, ci aspettano due nuovi eventi collaterali che ci porteranno ad esplorare il legame tra psicologia e folklore nipponico, e permetteranno a chi lo desidera di avvicinarsi alla lingua giapponese in modo semplice e divertente.
Sabato 28 settembre, alle 17, lo psicologo e psicoterapeuta Emilio Gerboni terrà l’incontro Rendere noto l'ignoto: gli Yōkai come guida per fare amicizia con le proprie angosce e paure. Gli yōkai, i mostri della tradizione giapponese, non sono solo creature enigmatiche e affascinanti, ma possono diventare potenti metafore per esplorare le nostre paure più profonde. Grazie alla strategia Quietmood, ideata dallo stesso Gerboni, scopriremo come queste figure mitologiche possano aiutarci a comprendere e accogliere le nostre emozioni più complesse, trasformandole in strumenti di crescita personale, per affrontare la vita con leggerezza e padronanza.
Domenica 29 settembre, alle 16, sarà invece il turno di Alessandro Pagano, dottorando in Lingua e Traduzione Giapponese presso l'Università di Bologna, che guiderà i partecipanti in un workshop base di lingua giapponese dal titolo Impariamo il giapponese!. Il laboratorio, della durata di un’ora, permetterà ai partecipanti di conoscere le principali caratteristiche della lingua, di imparare a leggere e a comporre parole e frasi semplici, oltre a scrivere il proprio nome in giapponese. Un'esperienza coinvolgente per compiere i primi passi nel mondo della lingua e della cultura nipponica.
Per partecipare agli eventi collaterali di Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi occorre prenotarsi scrivendo alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Tutti gli incontri sono ad ingresso libero per i possessori del biglietto della mostra, valido per la giornata in corso. Il pubblico può anche partecipare soltanto all’evento collaterale desiderato, senza acquistare il biglietto dell’esposizione, ma soltanto uno dedicato al singolo evento, al costo di € 5,00.
Tutte le informazioni alla pagina degli eventi collaterali del sito www.mostrigiapponesi.it.
Yōkai. Mostri, Spiriti e altre inquietudini nelle Stampe Giapponesi, curata da Paola Scrolavezza, tra le massime nipponiste in Italia, direttrice del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università di Bologna, e Eddy Wertheim, direttore della Japanese Gallery Kensington di Londra, propone al pubblico italiano il fantastico mondo dei mostri della tradizione nipponica, attraverso più di centocinquanta opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe antiche ancora inedite, libri rari, maschere, e armi ed armature in prestito dal Museo Stibbert di Firenze.
INFORMAZIONI
YŌKAI. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi
Firenze, Museo degli Innocenti (piazza Santissima Annunziata)
13 giugno – 3 novembre 2024
Orari
Da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Biglietti
Intero € 16,50 | Ridotto € 14,00 (fino a 18 anni non compiuti, over 65 con documento, accompagnatori di disabili) | Gruppi € 14,00 (min. 15 – max 25 persone + 1 accompagnatore gratuito) | Scuole € 5,00 (2 docenti gratuito)*
*per gruppi e scuole obbligo di prenotazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Giovedì Universitario (con tesserino) e possessori biglietto del Museo degli Innocenti e Museo Stibbert € 13,00
Bambini da 6 a 12 anni € 5,00
Gratuito per bambini sino a 6 anni| disabili con certificato | guide turistiche abilitate | giornalisti accreditati dall’ufficio stampa Davis & Co. | soci I.C.O.M.