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Al teatro San Carlo di Napoli il Falstaff di Giuseppe Verdi

LAPILLI Locandina falstaff verdiIl 13 Marzo debutta al teatro San Carlo di Napoli il Falstaff di Giuseppe Verdi. L'opera è tratta dalla commedia "Le allegre comari di Winsor" di Shakespeare e apre così al San Carlo le celebrazioni per i 400 anni dalla sua morte. Lo spettacolo è stato introdotto giovedì nel foyer storico del teatro dal professor Stefano Manferlotti dell'università Federico II, uno dei più importanti traduttori e esperti di Shakespeare.  Il fulcro dell'incontro era il personaggio di John Falstaff, visto nei suoi aspetti più disparati, sia quelli comici che quelli più oscuri.

Chi è John Falstaff? Un parassita, diremmo noi oggi. Ennesimo miles gloriosus del teatro europeo, da Pirgopolinice a Trasone, appartenente a quella schiera di soldati vanagloriosi e spacconi. Falstaff vive a spese del giovane principe Enrico di Galles, futuro Enrico V, trascinandolo nella vita semplice e godereccia delle taverne. È proprio la taverna "la Giarrettiera" la corte di Falstaff: è un microcosmo in cui può accadere qualunque cosa, un luogo di gioia e di piaceri semplici, visto che il mondo fuori dalla taverna sembra non meritare di essere considerato seriamente.

La particolarità principalmente nota di Falstaff è il suo ego smisurato: è uno dei pochi personaggi che si autodefinisce, a sue parole, facendo un'esaltazione di se stesso e delle sue virtù. "Caccia Falstaff e caccerai il mondo intero": la frase è motivata dall'amore per la vita che ha questo personaggio.

Ma questo personaggio non esiste solo alla luce del riso. Come in molte delle sue opere, Shakespeare accompagna la comicità da una vena tragica, e la stessa tragedia da un senso di ridicolo. Questo perché il teatro elisabettiano non divideva in modo netto la tragedia dalla commedia. Nella vita ci sono aspetti comici e aspetti tragici e il drammaturgo unisce le due componenti, anche nel personaggio apparentemente felice e sereno di Falstaff. Egli appare come la parodia di un Amleto, parlando della morte e dell'onore: Falstaff non vuole morire e non vuole combattere, non vuole correre verso qualcosa che non lo cerca. Considera "carne da cannone" tutti i soldati che muoiono in battaglia. Un'affermazione tetra, che non ci si aspetterebbe da un uomo così goliardico.

Non manca un momento profondamente drammatico nella sua vita: il principe Enrico, alla morte del padre, diventa re Enrico V. Falstaff si aspetta dal suo grande amico ricchezze, terre e ogni onore; invece, quando si presenta da Enrico, questi dice di non conoscerlo e lo scaccia. In quel momento Enrico rinnega non solo Falstaff, come amico, quasi un padre, ma tutta la sua giovinezza, per entrare nel ruolo di re e per mantenere la promessa fatta al padre di cambiare ed essere più responsabile. Questo rifiuto darà un dolore così grande a Falstaff a portarlo alla morte.

Il pubblico inglese amò talmente tanto questo personaggio che Shakespeare lo  "resuscita" ne "Le allegre comari di Winsor", commedia cui si ispira l'opera di Verdi (anche se alcuni passi sono tratti dall'Enrico IV).

Il fascino di questo personaggio che sa che il mondo è una burla e l'uomo un burlone, fatto di virtù e vizi, luci ed ombre, ci colpisce ancora e colpirà più di tutti chi andrà ad assistere all'ultima opera di Verdi.

Michela Oliviero